| Abstract: | Con approccio critico e dettagliato, l’autore analizza l’ultima monografia scritta da Dunja e Ivan Milotić, incentrata sul processo per stregoneria intentato contro una donna di nome Diletta e condotto a Montona nel 1271, indicandone la sovrabbondanza di inaccuratezze tecniche, fattografiche e interpretative nonché incoerenze metodologiche che hanno confutato in maniera totale la maggior parte delle conclusioni tratte. Dopo aver offerto un riassunto approfondito del libro, l’autore si presta a correggere numerose citazioni imprecise e critica i procedimenti interpretativi, soprattutto la posizione e il ruolo del notaio Bonaventura, la posizione giuridica del Comune rispetto al Patriarcato di Aquileia e Venezia nonché la questione del processo giuridico condotto contro Diletta a Montona e Tommaso Michiel a Venezia. Partendo dai risultati conseguiti dalla storiografia e l’analisi delle fonti storiche rilevanti, sia pubblicate che inedite, si conclude che: (1) Bonaventura non fu un notaio papale che con l’arrivo del dominio di Venezia si ritrovò in posizione precaria bensì un pubblico notaio imperiale impiegato come cancelliere del podestà di Montona; (2) nel 1271 Montona non fu soggetta de facto al dominio di Venezia, se non brevemente nel 1276, e lo divenne soltanto nel 1278 nei termini in cui lo interpretò la storiografia istriana; (3) entrambi i processi, sia quello condotto da Tommaso contro sua moglie, sia quello condotto dalle autorità veneziane contro Tommaso, sembra si siano svolti regolarmente, anche se a causa della perdita di fonti d’archivio rilevanti per il caso non sono stati conservati documenti pertinenti per lo studio. Di conseguenza, si va a riabilitare nella maniera più completa l’autenticità del documento della confessione di Diletta che i Milotić avevano praticamente dato per falso originale. Il contributo viene integrato da due tabelle e dalle analisi critiche di tredici fonti storiche, otto di cui sono rilevanti per il meccanismo di elezione del podestà nei comuni istriani che ammettevano il potere secolare dei patriarchi di Aquileia e cinque per il caso di Diletta, che alla fine del processo venne giustiziata.The author takes a detailed critical look at the latest monograph by Dunja and Ivan Milotić on the trial against the sorceress Dilecta held in Motovun in 1271, showing that the work is full of serious technical, factual and interpretive errors, as well as methodological flaws, which completely invalidate the majority of the drawn conclusions. Following a detailed presentation of the book, the author corrects numerous incorrect statements and criticizes interpretive procedures, especially the position and role of notary Bonaventura, the jurisdictional position of the Commune of Motovun in relation to the Patriarchate of Aquileia and Venice, and the issue of the court process conducted against Dilecta in Motovun and against Thomas Michiel in Venice. Based on contemporary historiography and the analysis of relevant historical sources, both published and unpublished, it is concluded that: (1) Bonaventura was not a notary with papal authority who found himself in an uncertain position in Motovun with the arrival of the Venetian authorities, but that he was a notary with imperial authority who was employed as chancellor of the Motovun podestàs; (2) Motovun did not fall under the de facto rule of Venice in 1271, but first briefly in 1276 and then in 1278, as interpreted by traditional Istrian historiography; (3) both processes, the one led by Thomas against his wife Dilecta, and the one initiated by the Venetian authorities against Thomas, were most probably conducted properly, although no relevant minutes have been preserved due to the lack of surviving archival registers. Therefore, the authenticity of Dilectaʼs confession, which the Milotićs essentially declared to be a fictitious original, is completely rehabilitated. The work closes with appendices, two tables and critical editions of thirteen historical sources, eight relevant to the mechanisms of the elections of podestàs in the Istrian communes that recognized the secular authority of the patriarchs of Aquileia, and five for the case of the executed Dilecta. |
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